Il percorso in bici si snoda lungo le viuzze del paesino di Putzu idu, passeremo lungo la costa per arrivare fino a S’arena Scoada. Alcuni dicono che il mare turchese di S’arena Scoada sia insuperabile per bellezza e trasparenza. Le spiagge spariscono e cominciano le scogliere: Passeremo intorno ad un’antica miniera dove si estraeva l’arenaria, adesso diventato “ Il parco dei suoni” un interessante sito di eventi e concerti dal vivo.
Il paesaggio cambia di nuovo: appaiono le scogliere bianche di Su Tingiosu, con striature marroni e gialle, che dominano incontrastate il paesaggio. Continuando la via, prima di arrivare a Mari Ermi, si arriva ad un punto dove girandosi a 360 gradi, non si vede traccia umana. Sensazione strana e bellissima allo stesso tempo.
Mari Ermi il cui significato è ancora poco chiaro, inizia le famose spiagge di quarzo, ma il nostro viaggio ha l’obiettivo di arrivare a Is Aruttas, per trovare una misteriosa scultura nella roccia a forma di Sfinge.
Is Aruttas,” le grotte” in sardo, ha la particolarità di avere queste cavità di arenaria, sicuramente sfruttate in epoca fenicia e romana come cava per usi edilizi, perchè si vedono gli scarti lungo il percorso.
La Sfinge fa parte di queste rocce. Rimane appollaiata in una collina, guardando il mare. La parte della testa sembra mozzata, al suo posto qualcuno ha messo un sasso.
Secondo alcuni archeologi è orientata verso il solstizio d’estate. Altri archeologi affermano che in base all’orientamento e al vicino nuraghe, possa essere stata una sfinge “egittizzante” antichi culti che il mondo nuragico condivideva con quello egizio.
L’accademia invece afferma che possa essere un’antica miniera di arenaria, usata per lungo tempo, che ha lasciato scarti di lavorazione, e la sfinge risulta uno di questi. La forma è quindi causata dal lavoro del vento e degli agenti atmosferici.
Lasciamo i misteri della Sfinge del Sinis, è il momento di un bagno ristoratore e un po’ di meritato riposo. Ci aspetta il ritorno secondo un percorso a bastone.
Tornati a Putzu Idu, lasceremo le bici, e ci dirigeremo in macchina verso Mandriola, paesino attaccato a Putzu Idu, dove sotto un boschetto di mimose, apprezzeremo uno spuntino a contatto con la natura.